Le sarde a beccafico
o meglio “i sardi a beccaficu” è uno di quei piatti tipici palermitani che non potete non assaggiare se vi capita di visitare Palermo.
Come piatto tipico siciliano è stato ufficialmente riconosciuto e inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani del Ministero delle Politiche Agricole…. mi verrebbe quasi da dire che le sarde a beccafico “non si toccano” 😀
L’unica difficoltà di questo piatto sta nel pulire le sarde, operazione che potete farvi fare dal vostro pescivendolo….io come al solito non mi sottraggo a questo ingrato compito e quindi armata di tanta pazienza ho pulito, eviscerato e diliscato le mie sarde. Per questa preparazione ho pero lasciato il pezzettino di codina perché nel piatto finito fa molto “scena” 😉
Ingredienti:
kg.1 sarde
n. 2 o 3 filetti di acciughe sott’olio
gr. 150 pangrattato
n. 1 spicchio d’aglio
una manciata di passolina e pinoli
n. 1 limone
un pizzico zucchero semolato
sale e pepe
olio extravergine di oliva
alcune foglie di alloro
Procedimento:
Dopo aver pulito le sarde lasciando la codina finale, prepariamo in nostro ripieno. In una padella facciamo rosolare l’aglio con l’olio e i filetti di acciughe ( io non ho messo l’aglio perché a qualcuno in casa non piace 🙁 ) Dopo che si sono disfatte aggiungiamo il pangrattato e facciamolo imbiondire….aggiungiamo la passolina dopo averla lavata e asciugata, i pinoli, un pizzico abbondante di zucchero e il succo di mezzo limone. Saliamo e pepiamo la preparazione.
Mettiamo mezzo cucchiaino di questo composto sulle sarde, arrotoliamo e posizioniamole nella teglia unta con un cucchiaio di olio extravergine cercando di mettere la codina all’insù. Intervalliamo le sarde con una fogliolina di allora se è abbastanza piccola, altrimenti spezzatela in due.
Se è avanzato del ripieno cospargerlo sulle sarde, affettare il limone e mettere anch’esso sopra, irrorare infine con un filo d’olio. Infornare a 180° per circa 20 minuti.
Questo piatto può essere servito come secondo con un bella insalata di accompagnamento, molto spesso invece, insieme alla caponata fa parte di una serie di antipasti siciliani.
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